Perugino (Italian Edition) by Vittoria Garibaldi

Perugino (Italian Edition) by Vittoria Garibaldi

autore:Vittoria Garibaldi [Garibaldi, Vittoria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-02-11T16:00:00+00:00


DAL COLLEGIO DEL CAMBIO

AL DECLINO

Nell’agosto del 1494 e nell’autunno del 1495 Perugino compie due viaggi a Venezia per accordarsi sulla realizzazione di un grande telero con la Battaglia di Spoleto per la sala del Maggior Consiglio del Palazzo ducale. Il dipinto non verrà mai realizzato e la commissione passerà nel 1516 a Tiziano, ma forti sono le suggestioni che l’artista umbro ricevette dalla cultura figurativa lagunare e le opere seguite a ridosso di questo soggiorno mostrano chiaramente i riflessi di questa esperienza, come per esempio fa per la Pietà di Williamstown nella scelta del soggetto, una meditazione sul Cristo morto del tipo di quelle care a Mantegna e Bellini, e per il fondo scuro ripetuto nella cimasa della Pala dei decemviri (1495 circa). Così nel Compianto per le monache di Santa Chiara di Firenze (1495) e nella grande Crocifissione per i cistercensi di Santa Maria del Cestello (1496) è evidente il tentativo di armonizzare le equilibrate composizioni spaziali, l’eloquenza gestuale mirata alla riflessione e alla meditazione con il colorismo veneto. La nuova selezione di colori squillanti stesi con trasparenti velature sovrapposte, la luce dorata e sapientemente equilibrata, l’inusuale interesse per i tessuti delle vesti denunciano un’insospettata versatilità dell’artista che, aggiornato sulle novità dei Bellini e di Carpaccio, riesce ad amalgamare questa esperienza in un’atmosfera di sereno equilibrio. Esemplificativo di questo straordinario momento di grandezza è il polittico per la chiesa di San Pietro di Perugia, per quanto l’esecuzione estremamente accurata e diligente dal punto di vista formale risulti un po’ accademica e lo scopo devozionale dell’immagine sacra sia raggiunto attraverso le posture convenzionali dei personaggi, pur eccezionali esempi di perfezione ideale.

Ma è la decorazione del collegio del Cambio di Perugia, dove il Vannucci sviluppa un complesso piano iconografico dettato dall’umanista Francesco Maturanzio, che segna la definitiva conversione del pittore umbro al classicismo. La capacità del maestro di trasporre i concetti letterari, umanistici e classici in immagini figurate, armoniche e pacate, fatte di silenzi ritmicamente alternati, supera ogni aspettativa e lo portò a realizzare uno dei testi più impressionanti della pittura italiana del Rinascimento. L’inserimento, a lavori ultimati, dell’autoritratto dell’artista – esplicita forma di autocelebrazione – dovette essere concordato con i giurati del Cambio che, entusiasti dell’impresa, affidarono forse allo stesso Maturanzio la stesura dei versi celebrativi che furono apposti sotto l’effigie del pittore: «petrus perusinus egregius / pictor / perdita si fuerat pingendi / hic rettulit artem / si nusquam inventa est / hactenus ipse dedit». È la grande stagione della pittura italiana. Così commenta il Vasari: «Quest’opera, che fu bellissima e lodata più che alcun altra che da Pietro fusse in Perugia lavorata, è oggi dagli uomini di quella città [...] tenuta in pregio».

È questo il momento in cui l’artista è più apprezzato e il suo linguaggio influenza anche moltissimi artisti già grandi e formati, che convertono o tentano di convertire la loro arte in direzione classicista. Ed è anche il momento in cui l’utilizzo della bottega diventa quasi una necessità. Conteso dai principi, dai regnanti, dai grandi signori,



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